Gazzetta del Sud - In Calabria - martedì 8 gennaio 2008
Decollatura Incontro del Circolo Giovani sulla Calabria dal Settecento fino ad oggi ripercorrendo la scia dei nostri avi
Chi non emigra deve lottare per il cambiamento
DECOLLATURA. "La Calabria dal Settecento fino ad oggi, ripercorrendo la scia dei nostri avi" è il tema di un incontro realizzato dai ragazzi del "Circolo giovani" di Decollatura presso la biblioteca comunale di piazza Perri, con il preciso scopo di affrontare il problema atavico della emigrazione attraverso una analisi storica degli avvenimenti, responsabili del graduale spopolamento che si verifica ancora oggi nella regione Calabria.
L'attualità del drammatico problema è stata messa in luce dal presidente del Circolo, Luigi De Grazia, che dopo i saluti ha affermato: "I nostri avi partivano con la valigia di cartone, oggi noi giovani siamo costretti a prendere il treno ma in compagnia di un trolley, chi sceglie di rimanere si ritrova in compagnia di una Calabria vecchia".
Scaricabile gratis "La società sparente", libro su De Magistris e l’oscura Catanzaro, la corruzione in Calabria, ’ndrangheta, politica e massoneria deviata. Download del decreto con intercettazioni della Why not...
La fuga dalla terra d'origine, fuga dolorosa, necessaria è il tema affrontato da Francesco
Saverio Alessio, presidente dell'Associazione
Internet degli Emigrati Italiani e autore con il giornalista Emiliano
Morrone del testo "La
società sparente", una indagine accurata e documentata sul binomio politica-'ndrangheta come causa della nuova e tragica emigrazione dalla Calabria. "Sono venuto solo perchè invitato da giovani - ha detto l'autore - la società calabrese sta scomparendo: storie distrutte, cadaveri scomparsi, fughe obbligate, silenzio e clamore. L'attività politica, tutta protesa verso l'utile di pochi, produce disoccupazione e miseria e la 'Ndrangheta assorbe buona parte delle risorse pubbliche e impone la sua legge nella gestione dei rapporti fra Stato e cittadino".
Toni forti quelli usati da Alessio per il quale il problema dell'emigrazione giovanile è molto grave: "Ci sono fin troppe ragioni per abbandonare definitivamente la Regione. E ce ne sono altrettante per impedire che la sua società continui a sparire, proseguendo una lotta impari contro la leggittimazione politica del malaffare e dello sterminio, non riconosciuto della 'Ndrangheta. Occorre rimanere per acquisire una coscienza della propria identità, darsi un valore che va oltre il ricatto per un posto di lavoro. Eliminare il dominio mafioso delle coscienze".
Per lo storico e giornalista Armido Cario autore con Armando Orlando del testo "La Calabria del settecento" "La Calabria è fatta da piccole realtà che se riguardano i paesi dell'entroterra rimangono più volte sconosciute anche per la scarsa viabilità. Il 700 appare come un secolo di fervido fermento culturale ma è anche un secolo in cui vengono alla luce le contraddizioni di questa terra ad opera di alcuni viaggiatori stranieri; la storia di Calabria è fatta più di permanenze che non di mutamenti, questa regione ha subito dei condizionamenti così grevi da parte delle strutture ambientali che il mutamento economico e sociale appare inesistente".
Armando Orlando ha affermato che nei piccoli centri calabresi manca l'occasione di incontri che provoca assenza di senso critico: "Manca l'attaccamento alla nostra terra. La prima emigrazione si ebbe quando due calabresi si unirono con Cristoforo Colombo per scoprire l'America; nel corso dei secoli il fenomeno migratorio ha coinvolto migliaia di calabresi che appaiono come uomini senza terra in una terra senza uomini ma, come dichiarò Giovanni Paolo II: "il primo soggetto di ogni cambiamento è l'uomo", chi resta deve lottare per il cambiamento. Gli uomini politici sono autoreferenziali non lasceranno mai la poltrona, è necessario che il cittadino si opponga al processo di naturalizzazione e riscopra l'indignazione rispetto ai diritti che ci vengono calpestati. E' ora di cancellare l'omertà uno dei difetti enormi dei calabresi". Numerosi gli interventi dal pubblico.
F. ANGELUCCI
La società
sparente
La società
sparente...il
blog!
di Emiliano
Morrone e Francesco Saverio
Alessio -
Neftasia Editore,
Pesaro
2007
Autori
Vittime della Penna - La
società sparente - di Emiliano
Morrone e Francesco
Saverio Alessio - Presentazione nel Palazzo Senatorio
del Campidoglio, sala Pietro da Cortona - Roma,
1 ottobre 2007 - una veduta del pubblico - fotografia: Carmine
Talerico - ©
copyright 2007
--Al
centro di La
società sparente è il
fenomeno migratorio, tipico del Mezzogiorno,
addebitato dagli autori a un preciso progetto politico,
reperibile nella storia
di San Giovanni in Fiore e della Calabria.
In altri termini, l’emigrazione è qui considerata
anche come soluzione per la
difesa della (propria) libertà di opinione e della
dignità personale. Se la ripartizione
delle terre in Sila,
l’autonomia dei contadini e l’occupazione delle masse furono
la giusta meta dell’azione dei partiti, a un certo punto
i loro ideali di sostegno della povertà e delle famiglie
si usarono strumentalmente per la scellerata propagazione
d’un assistenzialismo devastante. La fuga dalla propria
terra, la fuga dalla Calabria, non ha impedito agli autori
la prosecuzione della loro impresa, spesso vissuta come
missione.
--Nel
libro, la retorica è accuratamente cassata, a vantaggio
d’una coraggiosa esposizione, che, oltre a contenere nomi
e vicende legati al malaffare calabrese, ne è una
spiegazione causale. Il punto di vista di Emiliano
Morrone e Francesco Saverio Alessio non è
viziato dal bisogno di dimostrare qualcosa. Non ha, cioè,
quelle finalità politiche di certa informazione nazionale.
--Il loro lavoro si pone, quindi,
come riferimento per una rilettura dell’emigrazione calabrese
e meridionale. La Calabria,
nonostante il progresso economico e i soldi ricevuti dall’Unione
Europea, si sta spopolando paurosamente. Oggi,
come ieri, l’emigrazione produce il vuoto politico. Dunque, l’auspicio è che,
anche grazie al dibattito e ai collegamenti su Internet,
sia proprio un rientro generale, dopo la «fuga»,
a produrre un’azione, effettiva ed efficace, contro la Ndrangheta.