Esperienze
sul campo ed estinzione culturale
(
L'odio verso la tradizione e l'antico a San Giovanni in
Fiore )
La
società sparente
San
Giovanni in Fiore, 27 ottobre 2003
Un'osservazione
legata a principi elementari dell'ottica e dell'estetica
applicata a qualsiasi campo dell'espressione artistica è che, se si vuole mettere in evidenza un oggetto
molto decorato, esso deve essere contrapposto ad uno sfondo
omogeneo che lo faccia risaltare [...]
tratto
da: Tutto quello che non si deve
fare in Architettura ( un caso storico: San
Giovanni in Fiore)
Francesco Saverio ALESSIO
(prima
che fosse spogliata dagli intonaci, con gli elementi scultorei
in evidenza)
Un
dramma nella Storia dell'Architettura Mediterranea
San
Giovanni in Fiore
Negli
ultimi anni, a San Giovanni in Fiore, dopo decenni
di deturpazione e distruzione di ogni oggetto che ricordi
il passato ( dalle "Signe", ai davanzali,
ai portali, ai gradini in pietra massello, agli "acquari",
agli orti cittadini ), barattati negli anni "60"
migliaia di tegami preziosi di rame in cambio di bacinelle
di plastica, bruciati i vecchi mobili e le "cascie",
buttati tutti i vecchi oggetti in cambio della televisione
e dell'automobile, nuovo
dio florense cui sacrificare ogni cosa, colmato
di cemento ogni millimetro quadrato di spazio disponibile,
si sta riscoprendo la pietra.
L'ultima passione florense è
quindi la "pietra a faccia vista",
gusto di frainteso pittoresco che negli ultimi anni ha
prodotto, quasi sempre, risultati ancora peggiori dei
decenni di cemento a tutti i costi. L'ultima moda è
buttare (come al solito) i vecchi elementi in pietra (il
portale d'ingresso, i davanzali, i gradini
) e sostituirli
con nuovi elementi sempre in granito, opera di bravi Artigiani
Florensi, però NUOVI.
Questa
passione per la "pietra a faccia vista" di riflesso è stata scatenata da un'avversione per gli intonaci da
parte di alcuni Enti pubblici; ne è
un esempio l'operato della Sovraintendenza alla Belle
Arti che ad ogni costo ha fatto spogliare dagli intonaci
la facciata della Chiesa dei Padri Cappuccini, l'interno
dell'Abbazia Florens, la facciata della Chiesa Madre,
etc.
Capitolo
a parte merita l'Amministrazione Comunale, che riveste
da decenni i muri in cemento armato con finta muratura,
dalla Villa Comunale a qualsiasi opera di urbanizzazione
selvaggia successiva, volta come la Villa a colmare valloni,
a sradicare antichi alberi locali per sostituirli con
rachitiche esotiche essenze, a
devastare la geografia ed il senso del luogo;
un muro del resto o lo si costruisce in cemento armato
o lo si costruisce in muratura, non si fanno due muri
uno appoggiato all'altro, un'altro problema è farli
bene, in un modo o nell'altro). Amministrazione Comunale
che ultimamente, attraverso l'uso improprio delle abilità
murarie degli Operai Forestali, ha portato questa mania
al parossismo, rivestendo anche muri in pietra antichi,
belli e perfettamente funzionali.
Edifici
che sono nati intonacati e lo sono stati per secoli (la Chiesa Madre, la Chiesa del Convento
dei Cappuccini, l'interno dell'Abbazia
Florense; l'elenco è lungo e dolorosamente
antistorico) vengono privati dei loro intonaci protettivi
e decorativi e lasciati nudi in una disordinata e povera
muratura di sabbione granitico ( sänsu ). Una
muratura povera come le nostre è come un uomo nudo
nell'inverno silano: il sabbione delle murature
assorbe acqua che il gelo invernale trasforma in ghiaccio.
Il ghiaccio dilatandosi fra i pori della pietra la sgretola.
Questo
è un principio costruttivo elementare ed empirico
oltre che scientifico: le murature di sabbione granitico
(sänsu) vanno protette accuratamente con un buon
intonaco altrimenti sono soggette alla gelività;
principio rispettato per secoli con la buona salute degli
edifici prima che arrivasse qualche genio a decidere che
non era così e tutti i florensi ad imitarlo, forza!
Togliamo gli intonaci dalle murature, tutto a vista quello
che per secoli è stato nascosto e protetto, che
scemi questi antichi!
Architettura
Mediterranea
Architettura
Florense
San
Giovanni in Fiore: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie
in
una foto degli anni "70"
(si
notano gli antichi intonaci tradizionali, in calce e sabbione
granitico, sulla Chiesa e su tutti gli edifici circostanti)
Nel
caso dell'aula della Chiesa
dell'Abbazia Florens la perdita è stata enorme
anche come resa acustica dello spazio architettonico,
come hanno lamentato spesso professionisti celebri della
Musica e della Lirica.
Nel
progetto di restauro del MARTELLI ( 1948-49 ), successivo
all'intervento del GALLI ( 1929-31 ) che aveva eliminato
quasi ogni traccia della Chiesa di età barocca, la navata era giustamente intonacata, in contrappunto
con la parte dell'abside lasciata nelle sue murature di
conci a faccia vista, che, considerata la distruzione
della cupola barocca, restava priva anche della precedente
copertura a volta ogivale medioevale. Il progetto divenne
esecutivo fra il 1957 ed il 1958 con finanziamenti del
Genio Civile. I lavori, di mole imponente ci privarono
per sempre di qualunque segno dei rimaneggiamenti di età
barocca, privandoci anche di una parte della nostra
storia, ma, filologicamente coerenti all'idea di riportare il più possibile vicino all'originale
medioevale la nostra Chiesa, proseguirono con l'intonacatura della navata,
con buona pace dei cantanti lirici. Successivamente l'intonaco
chiaro, purtroppo, è stato rimosso. E noi ci ritroviamo
in una spazio depredato della sua resa acustica e della
sua luce architettonica. Una specie di grande antro scuro.
Un'osservazione
legata a principi elementari dell'ottica e dell'estetica
applicata a qualsiasi campo dell'espressione artistica è che, se si vuole mettere in evidenza un oggetto
molto decorato, esso deve essere contrapposto ad uno sfondo
omogeneo che lo faccia risaltare: è il motivo principale
della scomparsa visiva dei portali e degli oggetti scolpiti
dalle facciate delle nostre Chiese
spogliate dagli intonaci.
A Santa Maria delle Grazie dopo la stonacatura
l'occhio disperso nelle ombre delle mille pietruzze non
nota affatto i particolari scultorei dell'Architettura,
i leoni, i fiori, le fluide decorazioni, tutto scompare
in quel magma pietroso. La proiezione delle ombre completamente
distorta, la massa d'imponenza dell'edificio nello spazio
urbanistico disintegrata.
A Selinunte,
in Sicilia, fu stabilito il tipo che noi conosciamo
come Tempio Dorico. Il Tempio Dorico è una delle
massime espressioni umane nell'Architettura in pietra,
le sue colonne ed i suoi capitelli sono sicuramente più
belli, preziosi, precisi, delle nostre povere sconsolate
murature. Il tempio dorico era intonacato e dipinto
non era a faccia
vista come una caverna...
Bisogna
ritrovare il rispetto per l'antico comunque attraverso
la Storia e attraverso la logica della costruzione.
Se
abbiamo un portale del XV o del XVI secolo perché
non lasciarlo lì dove è stato per secoli,
perché sostituirlo per forza con qualcosa di nuovo
ad imitazione dell'antico, perché?
Perché
se una casa è stata intonacata per secoli la si
deve spogliare dei suoi preziosi intonaci?
Intonaci
invecchiati dal trascorrere del tempo e
dagli accadimenti storici, realizzati con sabbione
granitico (sänsu) filtrato al setaccio e calce viva
spenta nelle "fosse", sabbione che dà
un tono naturale al color ocra chiaro dell'intonaco; intonaco
che inquadra e intensifica la secca geometria degli edifici: tipiche architetture
mediterranee che formalmente, come in un dipinto,
si riducono a cubi, quadrati, triangoli.
Architettura
Mediterranea
Architettura
Florense
San
Giovanni in Fiore: quartiere Timpune negli anni "50"
Fotografia:
Archivio TCI, da La Sila di Ernesto De Martino
e Franco Pinna; LEA: Roma, 1959
Proviamo se mai ad imparare come
si facevano quegli intonaci e a rendere una regola
di Legge il loro uso nel Centro Storico.
I
tetti tirati a filo del volume dell'edificio con una
semplice "romanella" partecipano come piani
di colore e non come volumi d'ombra ( come accade se il
tetto è sporgente ), senza
disturbare il senso di massa dell'edificio nell'insieme
urbanistico costruito a sua volta da volumi
puri di case intonacate e con il tetto a filo di volume;
i balconi ridotti a semplici affacci sono bucature simili
alle finestre, il davanzale diventa un po' più
grande come le mensole in granito che lo reggono; occhiaie
della città, puri vuoti d'ombra nelle facciate
illuminate dal sole calabrese.
Non
esistono "pensiline" nell'Architettura tradizionale
florense, non c'è niente che sporga
nella casa tradizionale, né nei palazzi signorili,
e tanto meno nell'Abbazia Florens.
La purezza dei volumi era l'unica cosa che contasse
come nelle architetture di tutti i tempi e di tutte le
Civiltà.
Qui a San Giovanni in Fiore si è sviluppata
una poetica di disintegrazione del volume: i
balconi completamente inutilizzati tutto l'anno, privi
di fiori, di piante di verde, migliaia e migliaia di balconi
inutili, tristi, vuoti come i vuoti edifici ai quali sono
appesi.
Stessa sorte subisce ogni casa
sottoposta a ristrutturazione. Alcune delle
principali sciagure, quasi tutte tra l'altro senza alcuna
effettiva utilità, cui sono state e sono sottoposte
le case del centro storico sono queste:
a)
Pensiline e sporgenze di qualsiasi tipo che disintegrano
il volume, occupano spazio nei vicoli e non fanno passare
i raggi del sole, sono spesso causa di umidità,
non hanno alcuna utilità, sono assolutamente illegali
anche secondo i regolamenti attualmente in vigore nel
Comune di San Giovanni in Fiore, ma misteriosamente continuano
a riprodursi indefinitamente.
b)
Sostituzione dei tetti, spesso con cambio di inclinazione,
sempre con aumento di aggetto rispetto al volume dell'edificio,
spesso con sostituzione del manto di copertura tradizionale
in tegole di laterizio con altri materiali.
c)
Sostituzione di solai in legno quasi sempre ancora perfettamente
funzionanti, dei loro collegamenti verticali; sostituzione
di tutte le architetture di interni in legno ( spesso
veri capolavori di falegnameria e di sfruttamento razionale
dello spazio architettonico ).
d)
Sostituzione degli intonaci originali, imbiancamento delle
superfici con colori particolari, e comunque non appartenenti
all'ambito visivo ed estetico del nostro Centro Storico,
rivestimenti in finta muratura di pietra.
e)
Sostituzione degli infissi in legno, tradizionalmente
quasi sempre smaltati di verde scuro all'esterno, a volte
di azzurro intenso o di grigio, e sempre di bianco panna
all'interno, con infissi in alluminio anodizzato, pvc,
ed altri materiali estranei al luogo.
f)
Sostituzione di fumaioli completamente funzionali, espressione
della fantasia e dell'abilità di generazioni di
Maestri dell'Arte Muraria Florense, con fumaioli in lamiera
a di altri materiali estranei al luogo.
Architettura
Mediterranea
Architettura
Florense
San
Giovanni in Fiore: comignolo
Fotografia: Mario IAQUINTA, ©
copyright 1981
g)
Sostituzione delle cornici delle finestre, dei balconi,
delle porte, tradizionalmente semplicemente architravate,
con archi ed archetti in mattoni finto antichi.
h)
Distruzione sistematica dei "vignäni"
originali.
i)
Sostituzione sistematica di tutti gli elementi scolpiti
in granito, di ogni oggetto che abbia su di sé
i segni del tempo e del passato: gradini, davanzali, balconcini,
portali, "signe", fontane in pietra, fumaioli,
caminetti, pavimenti, decorazioni.
L'elenco
potrebbe continuare ma questo basta a
dare un senso della perdita culturale subita, a fornire un minimo di indicazione su quello che è
un processo ancora in atto di distruzione sistematica
della nostra Storia e della nostra Cultura, a rendere testimonianza nel silenzio
totale delle Autorità, delle
Amministrazioni Comunali, dell'Ufficio Tecnico, dell'Informazione,
della Cultura su
di un dramma antropologico e sociale in piena rappresentazione.
San
Giovanni in Fiore, 27 ottobre 2003
Francesco
Saverio ALESSIO
tratto
da: Tutto quello che non si deve
fare in Architettura ( un caso storico: San
Giovanni in Fiore)
Per
le norme sul Diritto d'Autore vigono
le Leggi Internazionali
sul Copyright.
DIPARTIMENTO
PER LE PARI OPPORTUNITA'
www.governo.it/Presidenza/DPO
MINISTERO
DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
www.minwelfare.it
MINISTERO
PER I BENI CULTURALI E LE ATTIVITA' CULTURALI
www.beniculturali.it
SILA:
Fotografie: Francesco Saverio
ALESSIO - copyright
© 1983
La
società sparente...il
blog!
di Emiliano
Morrone e Francesco
Saverio Alessio - Neftasia, Pesaro 2007
[...]
Al centro di La
società sparente è il fenomeno migratorio, tipico del Mezzogiorno, addebitato dagli autori a un preciso progetto
politico, reperibile nella storia
di San Giovanni in Fiore e della Calabria. In altri
termini, l’emigrazione è qui considerata anche come soluzione
per la
difesa della (propria) libertà di opinione e della dignità
personale. [...] Il loro lavoro si pone, quindi, come
riferimento per una rilettura dell’emigrazione calabrese e meridionale.
La Calabria,
nonostante il progresso economico e i soldi ricevuti dall’Unione
Europea, si sta spopolando paurosamente. Oggi, come
ieri, l’emigrazione produce il vuoto politico. Dunque, l’auspicio
è che, anche grazie al dibattito e ai collegamenti su Internet,
sia proprio un rientro generale, dopo la «fuga», a produrre
un’azione, effettiva ed efficace, contro la Ndrangheta.
dalla prefazione di Gianni
Vattimo - All rights reserved © copyright Neftasia, Pesaro 2007
Sulla
Dimensione locale del turismo a San Giovanni in Fiore
file
PDF 375 kb
di
Salvatore FRATTO
|