"La
Chiesa Abbaziale Florense a San Giovanni in Fiore"
Pasquale LOPETRONE
Delle
matematiche ragnatele che danno ordine al mistero e costruiscono
la poesia in Architettura
di
Francesco Saverio ALESSIO
Caccuri,
martedì 10 febbraio 2004
"Il
mistero c'è, è in noi. Basta non dimenticarcene.
Il mistero c'è, e col mistero, di pari passo la misura; ma
non la misura del mistero, cosa umanamente insensata; ma di qualche
cosa che in un certo senso al mistero si opponga, pur essendone
per noi la manifestazione più alta: questo mondo terreno
considerato come continua invenzione dell'uomo. Giuseppe
UNGARETTI; Ronda, 1922
L'analisi
condotta da Pasquale
LOPETRONE assolutamente analitica e scientifica é
al contempo significativa di una passione profonda per lo
Studio delle proprie origini e delle radici culturali Florensi.
Questa
del resto è una caratteristica che ci ha accomunato nel tempo:
il
legame alla propria terra.
Dal
punto di vista dello studioso di Architettura è
particolarmente interessante lo studio riguardante i tracciati regolatori
che hanno guidato Gioacchino da Fiore, i suoi discepoli, e il "Magister
Artium" fra' Giuliano nella costruzione della La
Chiesa Abbaziale Florense a San Giovanni in Fiore.
L'analisi
grafica dei tracciati regolatori è condotta partendo da un
modulo proporzionale principale in griglie modulari a base due e
a base tre costruite sui vuoti con riferimenti ai vari tipi
di tracciati regolatori usati nell'antichità.
Tracciati
regolatori della Chiesa Abbaziale Florense:
griglia modulare a base tre, Pianta
rif:
"La Chiesa Abbaziale Florense a San
Giovanni in Fiore" Pasquale LOPETRONE © copyright;
Edizioni
LIBRARE, San
Giovanni in Fiore,
2002
Florens
Abbey: Plan: regulating principle, regulator tracing
Un
ampio studio, anche nelle note, il parallelo continuo fra l'astrazione
matematica e le concrete pratiche costruttive, l'analisi approfondita
delle fonti e di ogni pietra dell'edificio, rendono il
lavoro di Pasquale LOPETRONE prezioso per gli
studiosi della Storia Florense, di Gioacchino
da Fiore, dell'Architettura
Mediterranea, della Costruzione in generale; infine
ma non ultimo ci dà un'idea delle
matematiche ragnatele che, celandosi agli occhi comuni, danno ordine
al mistero e costruiscono la poesia in Architettura.
Le
Modulor
Sezioni
auree del palazzo del Campidoglio a Chandighar di Le Corbusier,
Elevato
Chandighar:
Capitol Building; by Le Corbusier Architect: front: regulating principle,
regulator tracing
riferimento:
B.Messina,
Le
Corbusier: Eros e Logos, CLEAN,
Napoli, 1987
Per
un'Architetto può essere un docile strumento di lavoro, una
fonte di continue riflessioni sulla saggezza costruttiva
di quest'uomo venuto a fondare l'Ordine Florense
sulle montagne della Sila
dopo aver visitato molti paesi del Mediterraneo:
Gioacchino
da Fiore visse qualche anno in Medio Oriente e fu lì
che si appassionò all'Architettura;
successivamente visse in numerose Abbazie
Cistercensi, da Santa Maria della Sambucina,
a Corazzo dove, alla morte dell'abate Colombano,
divenne abate lui stesso, a Casamari dove cominciò,
esortato da Papa Lucio III, a mettere per iscritto
le sue idee, e si interessò di costruzione.
Tracciati regolatori e Sezioni
aure della Bibblioteca Laurenziana di Michelangelo, Pianta
Bibblioteca Laurenziana by Michelangelo
Architect: Plan: regulating
principle, regulator tracing
riferimento:
B.Messina,
Le
Corbusier: Eros e Logos, CLEAN,
Napoli, 1987
L'espressione
Architettonica compiuta nell'Archicenobio Florense,
eseguito probabilmente dopo la morte dell'Abate dal "Magister Artium"
Fra' Giuliano con altri discepoli, è
unica nella Storia dell'Architettura Medioevale, e, come abbondantemente
dimostra il libro di LOPETRONE, fanno di Gioacchino da Fiore
una fonte di conoscenza anche nella Storia dell'Architettura.
L'Abbazia
Florens sotterranea, l'Architettura ipogea, o, come fa
notare Pasquale LOPETRONE, nel suo Saggio "La
Chiesa Abbaziale Florense a San Giovanni in Fiore"
semi-ipogea, e quindi "cosiddetta" Cripta;
é da visitare assolutamente.
Un
tempo vi si trovavano le spoglie di Gioacchino da Fiore
ora nella Cappella
laterale settentrionale della Chiesa
Florense. La cripta, elemento essenziale di questa
architettura, probabile "pensatoio" nel Medio Evo e luogo
turistico attualmente, è una parte di un più
vasto sistema ipogeo, oggi in parte scomparso, in parte
usato come sistema fognario, in parte inglobato in architetture
private. Probabilmente
si è coperti i valloni naturali con archi ogivali costruendovi
sopra scalinate ed abitazioni, dai sotterranei dell'Abbazia
Florens all'attuale Palazzo Nicoletti da
un lato, verso la Casbah del "Curtigliu"
da un altro, e, forse verso il Vallone di "Surice".
Nel libro si trova la mappa sia dei tratti presunti anche da racconti
tramandati per tradizione, sia dei tratti accertati:
[...]
"Allo stato attuale non si conosce esattamente l'estensione
dell'impianto dell'oratorio di Faraclonio:
le indagini finora eseguite non sono bastate per definire l'andamento
planimetrico complessivo delle strutture fondate ai tempi di Gioacchino.
[...] La stessa indagine ha restituito, inoltre, dei segnali elettromagnetici
che sembrano denunciare nel tratto del chiostro, l'esistenza
di ampi cunicoli tangenti alla cisterna e l'ala conventuale orientale.
Questo dato conforta le testimonianze tramandate in loco, di generazione
in generazione, nonchè i dati raccolti a seguito di una recente
esplorazione speleologica, nel corso della quale è stato
percorso e visionato un tratto di cunicolo in muratura,
largo quasi due metri e alto da due a quattro metri, che passa sotto
la chiesa matrice e accanto la chiesa/cappella dell'Annunziata,
il quale si dirama in su, passando sotto le case e le strade del
centro antico, e in giù verso l'abbazia fino al vallone ora
coperto e imbrigliato".
riferimento:
"La Chiesa Abbaziale Florense a San
Giovanni in Fiore" Pasquale LOPETRONE © copyright;
Edizioni
LIBRARE, San Giovanni in Fiore, 2002
Attraverso
un completo studio dell'Architettura, di come l'edificio
subisce gli eventi meteorologici, il sole, la pioggia, la neve,
il vento, l'incuria dell'uomo; attraverso l'analisi del luogo, delle
tradizioni, attraverso l'analisi delle quinte murarie e delle strutture,
dei collegamenti verticali, della roccia, dell'espressione plastica,
scandagliando l'origine dei manufatti, delle tradizioni e dell'artigianato
architettonico calabrese, utilizzando a fondo le fonti letterarie
e bibliografiche Pasquale LOPETRONE ci fornisce
uno strumento da Architetto per iniziare un
nuovo percorso di studi su Gioacchino da Fiore
e sull'Architettura
Florense.
Francesco
Saverio ALESSIO
Palermo
Araba
"Già
nella metà del secolo XI Palermo
era, dopo Il Cairo e Cordova,
il terzo centro commerciale e culturale del mondo mussulmano, ma
per bellezza del luogo e clima era ineguaglibile rispetto alle prime
due, per come tramandato dai cronisti dell'epoca.
[...]
il quadro di un'attiva metropoli, la quale vantava ben trecento
moschee, innumerevoli mercati, banchi di cambio valute e, tra tanti
e vari laboratori artigiani, una delle prime cartiere impiantate
in Europa. [...] Quando Ruggero d'Altavilla, fratello del Guiscardo
giunse davanti alle mura di Palermo nell'agosto del 1071, si
trovò davanti una città veramente organizzata, plurirazziale
e poliglotta...
riferimento:
Immagini del mediterraneo normanno, Pasquale
LOPETRONE;
Dialogo
Mediterraneo, Anno I, n°1, febbraio 2004
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