--La
cosa più divertente e significativa della campagna
elettorale in corso è accaduta a San
Giovanni in Fiore,
paese di 20.000 abitanti arrampicato sulla Sila dal glorioso passato, Gioacchino
da Fiore avendovi fondato la sua Congregazione
Florense nel 1189, e dal precarissimo presente, fatto
come in molti paesini di disoccupazione, assistenzialismo, abusivismo
edilizio, apatia
politica, una amministrazione di
centrosinistra addormentata.
--Sennonché
la globalizzazione fa miracoli, connette, mette in rete, dà
voce pubblica anche a piccole comunità prima destinate
alla marginalità periferica. Un gruppo di giovani fonda un
giornale on-line, La Voce di Fiore, discute, fa politica,
organizza conferenze filosofiche, una con Alfonso Iacono,
una con Gianni
VATTIMO.
Ad ascoltare Vattimo che parla di Gioacchino ci vanno in quattrocento,
e con lui il discorso dei giovani della Voce va avanti, finché a febbraio nasce la scandalosa proposta di candidarlo
a sindaco con una lista civica, di sinistra e fuori dal centrosinistra
ufficiale.
Il
Filosofo Gianni VATTIMO
--Scandalosamente
Vattimo accetta: calabrese pure lui di origine, si entusiasma
alla voglia di fare e di cambiare dei ragazzi, gli va di scommettere
sulle energie nascoste del paese. Si fa una lista, si stila
un programma: cento punti di tutto rispetto, dalla
tutela del territorio alla valorizzazione della storia e della
cultura locale; dal rifacimento dell’acquedotto all’accesso
gratuito ad internet; dal reparto di cardiologia ai laboratori
d’arte, scrittura, cinema.
--Il
centrosinistra prosegue per la sua strada col suo candidato,
il centrodestra col suo promettendo sogni a un elettorato
scontento di una marginalità obbligata. Ma lo scandalo
del filosofo candidato, per giunta proveniente dal nord, è
toppo per la chiesa locale, che interviene sulla campagna
elettorale direttamente dal pulpito stile Ruini sul referendum
sulla procreazione assistita. Dalla gloriosa abbazia gioachimita,
don Emilio Salatino invita i giovani “a
non seguire il diavolo che viene da Torino”,
padre Marcellino Vitella lo definisce pericoloso, indegno,
nemico della Chiesa, veicolo di perdizione, e aggiunge che
la cultura va bene fino a un certo punto, da un certo punto
in poi corrompe e fa male. Dalla Voce scrivono al vescovo
e ottengono via Quotidiano della Calabria una risposta imbarazzata:
“la Chiesa non esprime giudizi sulle persone”, scrive Monsignor
Nunnari, però perché sollevare un tal polverone,
i panni dei credenti si lavano in famiglia. Domenica scorsa,
solenne liturgia delle Palme, Vattimo partecipa alla messa
per gettare acqua sul fuoco.
--Ma
intanto il fuoco c’è e non si spegne. Dal sito della
Voce partono lettere di sostegno alla candidatura del filosofo,
una lettera aperta “a una sinistra
nazionale che non vede, non sente, non parla, da Fassino a
Bertinotti a Pecoraio Scanio”: “Il sud va alla morte
e voi, come altri, fingete di no. Il sistema politico locale,
con varie complicità anche trasversali, ha cercato
di indottrinare tutti perché dimenticassero le radici
storiche della città, i luoghi della memoria, la forza
dello spirito popolare. I partiti, di destra e di sinistra,
hanno sapientemente eliminato ogni forma di critica e di dialettica,
creando una società omogenea, del silenzio e della
paura, in clima che produce allontanamento, disturbi
psichiatrici, emigrazione
di massa”. La sinistra, nazionale e locale capirà
l’antifona? Emiliano
Morrone, ventinovenne che ha animato l’intera
vicenda, non dispera affatto che il suo candidato ce la faccia,
a vincere, magari nel ballottaggio col candidato di centrosinistra.
--Ma
quale che sia il responso delle urne, i ragazzi di Vattimo
in un certo senso hanno già vinto. --Hanno
svegliato una comunità. Hanno fatto politica facendola
uscire dal perimetro delle sonnolente chiacchiere da bar e
dei piccoli scambi di nessun respiro. Hanno discusso nel sito
e per strada di postmodernismo, secolarizzazione, ontologia
del presente, legando queste parole grandi alla loro piccola
realtà e macroideali a microfisici cambiamenti. --
--Per
una campagna elettorale, di questi tempi, è un bottino
ricchissimo.
--Ida Dominijanni