. La classe politica perfettamente aderente, tra la Calabria, Roma e Bruxelles, ad una vasta rete criminale che condiziona anche il governo nazionale. Si ritrovano in introvabili logge segrete, con elementi deviati dello Stato, magistrati, militari, polizia, servizi segreti: costituiscono un’oligarchia mafiosa che impone un incontrastato dominio delle coscienze, e quindi del voto. Il voto necessario al rinnovarsi perpetuo di questo potere infernale e demoniaco. Bipartisan, anzi allpartisan, come dimostrano molte compagini sociali di aziende o di Società per azioni; di quelle che hanno divorato miliardi di euro senza realizzare un posto di lavoro, lasciando sul territorio desolati capannoni vuoti. I finanziamenti pubblici finiscono nelle tasche di pochi. Senza nessun sviluppo della regione. Anzi, come nel caso dei depuratori non funzionanti, o della criminale gestione dei rifiuti, non solo operano un impoverimento ma conducono anche a dei disastri ambientali. Depreziando la natura. Caratteristica, preziosa!, della Calabria, insieme alla sua antichissima storia, per un suo rilancio economico e culturale.
PREFAZIONE DI PIETRO ORSATTI
Francesco Saverio Alessio non è simpatico a molti, non ha un pubblico di fan come tanti suoi colleghi, non cerca consensi, non vuole apparire a tutti i costi. Non è un giornalista ma un intellettuale e uno scrittore. Calabrese. Attento, da sempre, sia alla cronaca sia al fenomeno sociale e politico della ‘ndrangheta e del malaffare in Italia e nella sua terra di origine. E ne coglie aspetti inusuali perché per affrontare il fenomeno ‘ndranghetista il suo approccio è prima di tutto estetico. E l’estetica di Saverio non è neutra. Non è rassicurante. Non cerca l’applauso e il benestare dei potenti. Saverio è così, il vero snob: squattrinato e rigorosamente indipendente. Se ti deve dire qualcosa te lo dice in faccia, senza tanti giri di parole. Prendere o lasciare.
Saverio, nel suo racconto e nella sua ricerca intellettuale, morale e artistica è profondamente politico. “L’arte, tutta l’arte, è essenzialmente politica”, diceva Frei Betto cercando di spiegare, a noi europei disillusi e inariditi, il movimento culturale brasiliano emerso dopo la fine della dittatura militare. E come i poeti “sem terra” Saverio usa l’estetica e l’arte come arma politica. Un’arma potente, pericolosa, per il potere assoluto del sistema calabrese (e italiano). E per questo ha dovuto abbandonare la sua terra. Se ne porta dietro frammenti, incisi nel carattere. Quei pezzi della sua cultura non li rinnegherà mai.
Il racconto di fatti tremendamente reali che Saverio fa, però, non è apocalittico. Anche se diventa sempre più difficile essere ottimisti in questa Italia livellata al basso. La speranza per l’intellettuale e l’uomo è raccontare, mostrare, svelare l’orrore del potere. E vincerlo con l’intelligenza e la vita. Vivendo.
Pietro Orsatti
(Roma, 27 aprile 2012)
FRANCESCO SAVERIO ALESSIO
. Nato a San Giovanni in Fiore nel 1958, si occupa di computer grafica applicata all’architettura e al web, di problemi connessi a emigrazione e immigrazione, di relazioni interculturali, di information technology per lo sviluppo del territorio, di umanesimo digitale ed e e-learning, operando con vari studi professionali di architettura e atelier artistici nazionali e internazionali. Ha collaborato con la Heritage Associazione Florense degli Emigrati; in seguito ha fondato il sito www.emigrati.it. È presidente dell’Associazione Internet degli Emigrati Italiani. Collaboratore di «Topologik», è inoltre vicedirettore e redattore per la sezione architettura e urbanistica de «la Voce di Fiore». Ha pubblicato nel 2007 con la Neftasia editore: La società sparente; saggio su ’Ndrangheta e politica in Calabria scritto con Emiliano Morrone con prefazione di Gianni Vattimo