Salta al contenuto principale

XVII Triennale di Milano, 1987

"Le città immaginate. Un viaggio in Italia. Nove Viaggi in Nove Città"

"[...] Nell'esistenza di una città intervengono trasformazioni e distruzioni dei suoi edifici. Nella sua persistenza, la natura il carattere e l'espressività del suolo. L'architettura del suolo supera nella portata l'architettura degli edifici. L'architettura del suolo è sempre archetipa; l'architettura degli edifici è sovente legata agli stili. Un'urbanistica che parta dall'architettura del suolo crea le premesse per la configurazione di un persistente tracciato della città."


Napoli: Cavità nel Monte Echia, Grotte Carafa, Castel dell'Ovo ed il Vesuvio

Sottosuolo partenopeo e architettura ipogea greco romana

Le cavità del Monte Echia, o grotte Carafa, nel punto più alto sono circa trentasei metri. Le tavole riprodotte non sono fedeli alle originali, sono state manipolate anche per la forte riduzione di scala. Quelle esposte alla Triennale a inchiostro di china su carta lucida erano mediamente due metri per uno e mezzo, la colorazione del cielo e del tufo sezionato era data da carte veline celeste e giallo ocra ritagliate e incollate dietro al lucido.

La Napoli sotterranea è un'altra città. Queste cavità, insieme ad altre, quelle della Sibilla a Cuma, La Crypta Neapolitana, la grotta di Seiano etc. sono state rilevate per la mostra "Le città immaginate. Un viaggio in Italia. Nove Viaggi in Nove Città" alla XVII Triennale di Milano con il coordinamento del Professor Francesco Venezia e dell'Architetto Paolo Di Caterina.

Francesco Saverio Alessio

Tomba di Virgilio e Crypta Neapolitana

Tomba di Virgilio e Crypta Neapolitana

A Napoli, la forma visibile dell'architettura è solo l'affioramento di una città sotterranea. Innumerevoli caverne, grotte, cunicoli, pozzi l'attraversano in ogni direzione intrecciandosi a quote diverse. Non si tratta di cavità naturali - frane accidentali o corrugamenti geologici - ma di luoghi edificati «per forza di levare».

Napoli, Cavità nel Monte Echia; Grotte Carafa

Cavità nel Monte Echia; Grotte Carafa

Da almeno 40 secoli, scavate nel tufo, per cavare pietre o costruire piscine ed acquedotti, per tracciare gallerie viarie o interrare tombe e sacrari, le grotte, soprattutto, costituiscono una «memoria»; una corrispondenza simbolica con realtà lontane. Atto insediativo primario.

Napoli, Cavità nel Monte Echia; Grotte Carafa

Cavità nel Monte Echia; Grotte Carafa

La città cosi cresce in superficie, a mano a mano che si approfondisce, a somiglianza delle sue stesse viscere; assumendone la materia "resistente" la consistenza «morbida e spugnosa», il colore «giallo e rosso», la forma dello spazio «complesso». Si edifica al tempo stesso la casa e la grotta.


Francesco Venezia è un grande Architetto, un fine ma forte Poeta dell'Architettura.

Ebbi il privilegio di frequentarlo perché avendo sostenuto tutti gli esami di progettazione possibili, e non essendo ancora soddisfatto di quello che avevo imparato girovagavo e frequentavo tutti i corsi di Progettazione Architettonica fin che trovai lui che teneva una lezione in un piccolo box.

Quando entrai stava citando il Leopardi, l'inpietrata lava.

Triennale di Milano 1987: collaboratori di Francesco Venezia

Seguii tutte le sue lezioni, anche se non dovevo più sostenere esami di progettazione, e dopo qualche mese, quando fu incaricato dalla Triennale di Milano di rappresentare Napoli per la mostra "Nove Viaggi in Nove Città", mi invitò a far parte del suo gruppo che comprendeva fra gli altri lo Storico dell'Architettura ed Architetto Paolo Di Caterina, l'Architetto Gabriele Petrusch, gli Architetti Consuelo de Michele e Marina Borrelli, il Fotografo Mimmo Jodice, e gli Architetti Pier Paolo Guzzo e Marilena Vicino fondatori in seguito della GUVI PROGETTI e l'Architetto Ottavio Notaro calabresi come me.

Eseguimmo un rilievo critico e poetico del sottosuolo, fondamentalmente Greco Romano, di Napoli; teso a scavare oltre le radici del costruire, ad affondare le mani nello spessore del suolo per ricercare le origini dell'Architettura Mediterranea.

Sottosuolo partenopeo e architettura ipogea greco romana; Napoli, Cavità nel Monte Echia

All'inaugurazione della mostra per problemi personali a Milano non andai. Il Prof. Venezia dopo mi disse che l'allora Presidente del Consiglio On. Bettino Craxi si soffermò a lungo a visitare la nostra sezione e ci fece dei grandi complimenti.

Per me fu soprattutto l'esperienza di lavorare fianco a fianco con un grande Architetto e di imparare che l'Arte abbisogna di molta fatica e di una vita votata all'Arte.

Francesco Saverio Alessio, 2003


Links

Questa è una sezione di florense.it web site dedicata all'Architettura Mediterranea che, dalla Mezquita de Cordoba alla Villa Malaparte di Adalberto Libera e alla Villa Iovis di Tiberio sulle rupi di Capri , da Napoli ed i Campi Flegrei con la Casina Vanvitelliana sul Fusaro di Carlo Vanvitelli, alla Sicilia e al Museo di Gibellina di Francesco Venezia, dalla Cappella di Ronchamp di Le Corbusier all'Abbazia Florense di Gioacchino da Fiore, attraverso il sottosuolo partenopeo, l'architettura ipogea delle caverne Greco Romane esposte alla XVII Triennale di Milano, fino al Global Village Square di Derrick De Kerchove, il restauro, le epoche, le migrazioni culturali, a volte le perdite, a volte le contaminazioni architettoniche, attraverso valori diversi e diverse religioni, le valenze estetiche, con l'apporto di scritti personali e di altri Autori, di fotografie, disegni ed altri tipi di rappresentazioni iconografiche, rendering 3D, cad, vuole indicare un percorso di riflessione su questo argomento.

Links