Salta al contenuto principale

Pantheon

La poetica dell'assoluto

"Credo che questa volta immensa, sospesa sulla testa senza apparente sostegno, dia agli sciocchi il senso della paura; ma ben presto si tranquillizzano e dicono: “E’ per farmi piacere che si son presi la pena di darmi una sensazione così forte!“.

(Stendhal - Passeggiate Romane)

Pantheon: sezione

Pantheon: sezione

Lo schema formale dell'interno, estremamente semplice, è composto da un tamburo cilindrico ( 43,44 m. ) sormontato da una cupola emisferica in cui l'altezza della chiave al pavimento è uguale al diametro interno dell'edificio.

"Nel solstizio d’estate, i calcoli architettonici hanno fatto in modo che a mezzogiorno avvenga un fenomeno astrologico unico: il raggio di sole che entra dal grande occhio della cupola proietta un enorme disco luminoso sul pavimento, del diametro di 9 metri, proprio come quello dell’oculo."

rif. Il Pantheon | Storia e curiosità - Sito ufficiale

Usque ad infera usque ad coelum

"Ho costruito palazzi come case e case come palazzi"

Nel richiamare il senso della casa antica così come l'evento tragico dell'eruzione vesuviana che l'ha trasmesso - fissato nelle dissepolte rovine di Pompei Ercolano Stabia... - saremmo tentati di modificare così il precedente aforisma di Le Cosbusier:

"Si costruivano templi come case e case come templi".

Cinquant'anni dopo la repentina scomparsa di quelle città un edificio straordinario e fortunato avrebbe assunto e trasmesso fino a noi - e senza soluzione di continuità - il senso del secondo aforisma: la rotonda del Pantheon dilata fino ai limiti divini della sfera il semplice umano cubo dell'atrio di una casa di Pompei e di Ercolano.

In questo come in quella, protagonista è la fresca penombra di un pozzo aperto solamente verso il cielo.

Pantheon: il compluvium

Pantheon: L'oculus-compluvium

Tutto lo spazio è concentrato su quel vuoto attraverso cui la luce dei giorni e delle stagioni, penetrando all'interno del cavo, misura riti e preghiere, o i semplici atti quotidiani della vita domestica. Il disco del sole vi rimane per un attimo sospeso nell'ora "antica" dei mezzodì: il fragrore del temporale v'irrompe con la luce del lampo e lo scroscio della pioggia; nelle sere di plenilunio ombre ancora più nette si stagliano su luce di un pallore estremo. Il senso che accomuna la grande rotonda alla semplice casa risiede nel perpetuarsi di quel procedimento che si suole definire classico: un progressivo trasferimento di relazioni strutturali e funzionali a qualcosa di puramente formale.

Pantheon: L'impluvium

Pantheon: L'impluvium

Si mette in opera la rappresentazione di un gioco delle parti. L'atrio, centro della convivenza domestica, attraversato dall'asse in cui si concreta l'appartenenza della casa alla terra e al cielo, ( non è singolare che la stessa immagine venga evocata dalla definizione di proprietà "usque ad infera usque ad coelum" nel Diritto Romano? ) viene nel tempo abbandonato dalle funzioni della vita quotidiana - che si trasferiscono nei nuovi quartieri più interni attorno al peristilio - fino a divenire, in un modo rovesciato, luogo della rappresentazione di quella stessa quotidianità - memoria della casa - sacrario.

Pantheon: Pavimentazione del pronao

Pantheon: Pavimentazione del pronao, in lastre di marmo bianco e granito grigio

L'antica mensa di legno si trasforma in prezioso cartilabum. Del pozzo rimane l'elegante cilindro del puteale. L'impluvium - che sempre affonda nello spessore del suolo e irrigando penetra nella terra più significativamente della sottostante cisterna ( l'architettura offre lunghi canali all'acqua ) - diviene talvolta il recinto di un viridarium. L'impluvium-viridarium, il cartilabum e il puteale si compongono nella durezza e nella fissità del marmo, sotto la meridiana mutevole della luce che piove dal compluvium. La vita messa in opera come qualcosa di puramente formale. Tutto impietrisce. Come in un fossile, che è quano rimane di un organismo vivente. La mensa tiene il posto di un'ara.


Il retro del Pantheon

Il Pantheon

Pantheon; Roma, Italia. Il retro del Pantheon e la parete in laterizio con decorazioni di delfini e tridenti della Basilica di Nettuno.

Lungo il lato orientale del Pantheon si conserva un muro in laterizio, intervallato da nicchie rettangolari, datato dai bolli laterizi all’epoca adrianea.

Pantheon: Frammenti di decorazione in marmo

Frammenti di decorazione in marmo

Pantheon; Roma, Italia. Colonna con capitello corinzio e frammenti di decorazione in marmo con delfini e conchiglia.

Il Portico di Nettuno faceva parte dei portici della Saepta Iulia, nel centro del Campo Marzio, che formavano un vasto quadrilatero monumentale, con un tempio, giardini, statue e fontane.

Pantheon: Frammenti di colonna in marmo

Frammenti di una colonna in marmo

Pantheon; Roma, Italia. Frammenti di una colonna in marmo della Basilica di Nettuno.

Oggi si pensa che un settore della Porticus Argonautarum contenesse un’ara o una statua di Nettuno e pertanto si trattasse di un tempio più che di una basilica.

[...] L'effetto cambia improvvisamente quando si entra nella rotonda. La concezione stessa del santuario di un tempio come di qualcosa di più di una scatola rettangolare, o talvolta cilindrica, rigorosamente chiusa, era già un'innovazione rivoluzionaria, e, anche a parte ogni considerazione di costume, la prima impressione prodotta dalla rotonda, con la sua slanciata volta a cassettoni e la luce che penetra dall'apertura centrale, deve essere stata sempre una delle più grandi esperienze architettoniche.

C'erano stati dei precedenti, nelle rotonde a cupola, illuminate dal centro, di Baia e a Roma stessa, in quelle, abbastanza recenti, delle Terme di Traiano; ma nessuna di esse era di dimensioni così eccezionali o possedeva la stessa affascinante semplicità e dignità di concezione.

Pantheon: pianta

Il Pantheon compone quindi una sfera perfetta: la sua altezza è uguale al suo diametro: 43 m e 44 cm per 43 m e 44 cm.


Links

Questa è una sezione di florense.it web site dedicata all'Architettura Mediterranea che, dalla Mezquita de Cordoba alla Villa Malaparte di Adalberto Libera e alla Villa Iovis di Tiberio sulle rupi di Capri , da Napoli ed i Campi Flegrei con la Casina Vanvitelliana sul Fusaro di Carlo Vanvitelli, alla Sicilia e al Museo di Gibellina di Francesco Venezia, dalla Cappella di Ronchamp di Le Corbusier all'Abbazia Florense di Gioacchino da Fiore, attraverso il sottosuolo partenopeo, l'architettura ipogea delle caverne Greco Romane esposte alla XVII Triennale di Milano, fino al Global Village Square di Derrick De Kerchove, il restauro, le epoche, le migrazioni culturali, a volte le perdite, a volte le contaminazioni architettoniche, attraverso valori diversi e diverse religioni, le valenze estetiche, con l'apporto di scritti personali e di altri Autori, di fotografie, disegni ed altri tipi di rappresentazioni iconografiche, rendering 3D, cad, vuole indicare un percorso di riflessione su questo argomento.

Links