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Museo a Gibellina

di Francesco Venezia

"Puisque les choses changent c'est donc qu'on ne le perçoit qu'en partie. On appelle temps cette partie cachée, toujours cachée de toute chose."

"Poiché le cose cambiano non le percepiamo che in parte. Si chiama tempo la parte nascosta sempre nascosta di ogni cosa."

Paul Valery


Rudere di Palazzo Di Lorenzo; Gibellina

Architettura Mediterranea di spolio

memoria, ordine, poesia, tempo nascosto...

Il lavoro di Architetto secondo Francesco Venezia

[...] "Il nostro lavoro di architetti ci richiede di conferire ordine attraverso misure proporzioni geometria. Ma l'ordine, e quel senso di necessità che ne deriva, una volta raggiunti, tanto più sono avvincenti quanto più ne è avvertibile la distanza dal disordine e dall'arbitrio iniziali. Intendo dire che quel che facciamo si carica di senso in questa come in altre forme di opposizione.

[...] Uno degli scopi del nostro lavoro di architetti è di opporre una certa resistenza al rapido esaurirsi della ragione pratica che determina la costruzione di un edificio. Suscitare un tempo nascosto che resista al tempo del suo uso e che sia in grado di conferirgli nuove valenze estetiche persino nel caso estremo in cui l'iniziale funzione, esauritasi, sia incomprensibile, o che l'edificio stesso sia stato dal tempo o da eventi traumatici ridotto a rovina. Idea guida è che alla forma dell'edificio concorrano elementi che solo in parte appaiono in superficie, essendo i più, per così dire, arretrati e solo per punti in grado di rivelare la loro trama nascosta.

Tracciato regolatore, proporzioni, modulazione, struttura e apparati plastici, dimensioni e disposizione dei materiali da costruzione si compongono su piani diversi. Le rispettive geometrie solo in parte coincidono. Sovente sono tra loro slittate."

Francesco Venezia

Museo a Gibellina - Francesco Venezia

Museo a Gibellina: Il cortile con il frammento di Palazzo Di Lorenzo

Quando mi fu chiesto di realizzare quel progetto ero interessato ad una particolare forma di architettura a cui bene potevo attingere per la realizzazione della struttura che ospitasse la facciata "spoliata" dalle Case di Lorenzo. Ritengo infatti che i progetti che si realizzano felicemente sono quei progetti il cui incarico viene conferito quando una determinata idea è giunta a maturazione.

Museo a Gibellina di Francesco Venezia

Museo a Gibellina: Il cortile con il frammento di Palazzo Di Lorenzo e la lunga rampa in basalto

[...] L'attenzione posta nella realizzazione del museo di Gibellina è legata anche al trauma subito vivendo lo scempio che, negli anni, ha subito la piazza di Lauro. In quel caso, anche per l'esiguità del finanziamento, si sono dovuti utilizzare materiali di spessore ridotto che non hanno saputo resistere agli oltraggi degli uomini.

Museo a Gibellina: La scultura di Pier Giulio Montano

Museo a Gibellina: La scultura di Pier Giulio Montano

A Gibellina viceversa mi sono deciso ad utilizzare un sistema di materiali, di spessori, di tecniche di montaggio, tali da garantire una notevole capacità di resistenza e di invecchiamento. Riflettendo sul fatto che, col tempo, gli agenti atmosferici avrebbero giocato a favore dell'opera stessa.


Museo a Gibellina: Il balconcino centrale

Museo a Gibellina: Il balconcino centrale

Tornando a Gibellina ad una distanza di una decina di anni ho constatato con piacere che l'opera aveva saputo invecchiare. Le pietre della rampa di accesso, ad esempio, avevano, senza danneggiarsi, assunto colorazioni diverse a seconda dell'esposizione al sole ed alle acque meteoriche. Tutti questi fattori danno all'opera quella certa componente "patetica", che l'opera appena completata non ha.

Museo a Gibellina: Il cortile con il frammento di Palazzo Di Lorenzo e la lunga rampa in basalto

Museo a Gibellina: Il cortile con il frammento di Palazzo Di Lorenzo

[...] Normalmente l'acqua, il sole, le intemperie, il calore possono agire positivamente o possono scardinare un edificio. Il problema è di fare in modo che non lo scardinino. Questo chiaramente entro certi limiti. Prima o poi infatti tutta l'architettura viene scardinata dalla natura, è meglio non farsi illusioni. Però ci sono edifici che durano mille anni, edifici che durano centocinquanta anni ed edifici che durano tre anni.

Museo a Gibellina: Particolare delle murature

Museo a Gibellina: Particolare delle murature

[...] Da una parte c'è certamente un problema di manutenzione ordinaria. Garantire per l'edificio quella manutenzione, quella pulizia che garantisca "l'igiene" della fabbrica. Ben altra cosa è levare quella patina che è costituita dalla trasformazione chimica ed organica del materiale.

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Se noi vediamo una roccia in natura, notiamo che ha una faccia vista che è profondamente diversa dalla faccia "interna" che scopriamo quando rompiamo la roccia. E' molto importante concepire il valore estetico della sana azione del tempo sulle pietre, sugli edifici. Il trascorrere del tempo trasforma i materiali, li naturalizza.

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Cioè li porta a quella condizione della faccia vista della roccia naturale. Se immaginiamo la facciata di una cattedrale gotica appena terminata sappiamo che l’aspetto delle pietre della facciata era la stessa delle pietre "spaccate". Era la stessa della faccia "interna" della roccia.

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Museo a Gibellina: La galleria con in fondo la panca in travertino siciliano

Ci sono voluti secoli per trasformare la mole della cattedrale nella immagine attuale che possiede tutta la "memoria" del tempo che è trascorso. Le raschiature brutali che sono di moda in questi anni sono semplicemente l'annullamento dell’azione del tempo. Sono l'annullamento di una trasformazione naturale della parte superficiale della pietra.

Francesco Venezia è un grande Architetto, un fine ma forte Poeta dell'Architettura.

Ebbi il privilegio di frequentarlo perché avendo sostenuto tutti gli esami di progettazione possibili, e non essendo ancora soddisfatto di quello che avevo imparato girovagavo e frequentavo tutti i corsi di Progettazione Architettonica fin che trovai lui che teneva una lezione in un piccolo box.

Quando entrai stava citando il Leopardi, l'inpietrata lava.

Seguii tutte le sue lezioni, anche se non dovevo più sostenere esami di progettazione, e dopo qualche mese, quando fu incaricato dalla Triennale di Milano di rappresentare Napoli per la mostra "Nove Viaggi in Nove Città", mi invitò a far parte del suo gruppo che comprendeva fra gli altri lo Storico dell'Architettura ed Architetto Paolo Di Caterina, l'Architetto Gabriele Petrusch, gli Architetti Consuelo de Michele e Marina Borrelli, il Fotografo Mimmo Jodice, e gli Architetti Pier Paolo Guzzo e Marilena Vicino fondatori in seguito della GUVI PROGETTI e l'Architetto Ottavio Notaro calabresi come me.

Eseguimmo un rilievo critico e poetico del sottosuolo, fondamentalmente Greco Romano, di Napoli; teso a scavare oltre le radici del costruire, ad affondare le mani nello spessore del suolo per ricercare le origini dell'Architettura Mediterranea.

Sottosuolo partenopeo e architettura ipogea greco romana; Napoli, Cavità nel Monte Echia

All'inaugurazione della mostra per problemi personali a Milano non andai. Il Prof. Venezia dopo mi disse che l'allora Presidente del Consiglio On. Bettino Craxi si soffermò a lungo a visitare la nostra sezione e ci fece dei grandi complimenti.

Per me fu soprattutto l'esperienza di lavorare fianco a fianco con un grande Architetto e di imparare che l'Arte abbisogna di molta fatica e di una vita votata all'Arte.

Francesco Saverio Alessio, 2003

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Questa è una sezione di florense.it web site dedicata all'Architettura Mediterranea che, dalla Mezquita de Cordoba alla Villa Malaparte di Adalberto Libera e alla Villa Iovis di Tiberio sulle rupi di Capri , da Napoli ed i Campi Flegrei con la Casina Vanvitelliana sul Fusaro di Carlo Vanvitelli, alla Sicilia e al Museo di Gibellina di Francesco Venezia, dalla Cappella di Ronchamp di Le Corbusier all'Abbazia Florense di Gioacchino da Fiore, attraverso il sottosuolo partenopeo, l'architettura ipogea delle caverne Greco Romane esposte alla XVII Triennale di Milano, fino al Global Village Square di Derrick De Kerchove, il restauro, le epoche, le migrazioni culturali, a volte le perdite, a volte le contaminazioni architettoniche, attraverso valori diversi e diverse religioni, le valenze estetiche, con l'apporto di scritti personali e di altri Autori, di fotografie, disegni ed altri tipi di rappresentazioni iconografiche, rendering 3D, cad, vuole indicare un percorso di riflessione su questo argomento.

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