Carlo Vanvitelli e la poetica dei riflessi nell'acqua in Architettura
Casina Vanvitelliana sul Fusaro
fotografia: Francesco Saverio Alessio © copyright & all rights reserved 1981
"La riflessione ci permette di conoscere immagini di un edificio che non potremmo vedere e ce ne propone altre che saremmo portati a non vedere, perché esterne al nostro ambito visivo, o anche ci permette di vedere contemporaneamente le immagini di un edificio intersecate ad altre, arricchendo così la molteplicità degli effetti. Nasce da qui il fascino delle città sull'acqua, dei ponti sui fiumi"
rif. Francesco Venezia: La Torre d'ombre - o l'architettura delle apparenze reali, Ed. Fiorentino - Napoli,1978
Casina Vanvitelliana sul Fusaro: riflessi nell'acqua
Il complesso Borbonico del Lago Fusaro
L’antica Acherusia palus, Il lago Fusaro, è situato a nord-ovest di Napoli, vicino all’antica Cuma, caposaldo della strategia di occupazione e colonizzazione di Neapolis, sul litorale del mar Tirreno, nei Campi Flegrei.
Zona palustre nel tardo Settecento ricca di selvaggina, sia stanziale che migratoria, fu scelta da Ferdinando IV di Borbone che aveva una forte passione venatoria per una vasta messe di interventi architettonici; tra i più importanti: il bellissimo Casino Reale di caccia, la cosiddetta “Casina Vanvitelliana” a sud-est del lago, sopra un isolotto di roccia vulcanica, capolavoro di "Architettura dei riflessi" e dell’arte tardo - settecentesca, (1782).
L'Architetto Carlo Vanvitelli (1739 – 1821) - figlio del più celebre Luigi - artista sensibile al fascino delle rovine, non poteva non ispirarsi ai mille ruderi di edifici, terme e templi, che per secoli si erano riflessi nelle acque del golfo, e, particolarmente, in quelle dei laghi d'Averno, di Lucrino; nelle acque dei Campi Flegrei.
Casina Vanvitelliana sul Fusaro: pianta primo piano
Ispirato quindi dai numerosi esempi di rotonde dei dintorni e affascinato dal tamburo ottagonale dei Romani ne compone una a pianta dodecagonale; con tre dodecagoni uno dentro l'altro, in corrispondenza dell'asse fra l'ingresso verso la riva e l'uscita verso l'imbarcadero sul lago, rompe quelli più esterni facendo mam mano affiorare quelli più interni in un complesso gioco di concavità e convessità rettilinee.
I tamburi centrali sono coperti da due mansarde di cinque spicchi ciascuna più una centrale rettangolare a capanna.
Il lago è collegato al mare con tre foci: quella meridionale, che è di epoca romana, attraversa il banco tufaceo del promontorio di Torregaveta; ci sono poi la foce nord, aperta in epoca borbonica (1859) e la foce di mezzo, costruita nel 1945.
L’intero perimetro del lago, circa 4 km, è cinto da una Banchina, realizzata in epoca borbonica, costruita con blocchi scuri di pietra lavica del Vesuvio.
Casina Vanvitelliana sul Fusaro
fotografia: Francesco Saverio Alessio © copyright & all rights reserved 1981
[...] A partire dal 1752, l'area del Fusaro, all'epoca scarsamente abitata, divenne la riserva di caccia e pesca dei Borbone, che affidarono a Luigi Vanvitelli le prime opere per la trasformazione del luogo. Salito al trono Ferdinando IV, gli interventi furono completati da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che nel 1782 realizzò il Casino Reale di Caccia sul lago, a breve distanza dalla riva.
Casina Vanvitelliana sul Fusaro
fotografia: Francesco Saverio Alessio © copyright & all rights reserved 1981
L'edificio, noto come Casina Vanvitelliana, fu adibito alla residenza degli ospiti illustri, come Francesco II d'Asburgo-Lorena, che qui soggiornò nel maggio 1819. All'interno dell'edificio furono accolti Gioachino Rossini e, più recentemente, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Mozart visitò il lago Fusaro, ma, in realtà, il suo viaggio a Napoli e dintorni avvenne nel 1770 quando era già iniziata la fase di trasformazione dell'area del Fusaro, ma non era ancora stata edificata la Casina.
Tempio di Apollo sul Lago d'Averno
fotografia: Francesco Saverio Alessio © copyright & all rights reserved 1981
Uno dei numerosi edifici termali romani sparsi per i Campi Flegrei si riflette nel Lago d'Averno: il cosiddetto Tempio di Apollo.
Come altri edifici termali denominati Tempio, ad esempio a Baia, con il Tempio di Venere o il Tempio di Nettuno, è, probabilmente, il frigidarium di un complesso termale forse parte di una villa sulle sponde del lago. La struttura risale al I sec d.C., con rifacimenti del II sec d.C. e la sua cupola, alta all’incirca 20 metri ha un diametro di 38.
La Piscina Mirabilis
La Piscina Mirabilis è scavata nel banco tufaceo della Punta del Poggio, al limite dell'abitato di Bacoli, con i suoi 75 mt per 25,50 per 15 di altezza, era capace di immagazzinare 12600 metri cubi di acqua dell'acquedotto augusteo del Serino ed è la più grande cisterna conosciuta dell'antichità classica.
Piscina Mirabilis: pianta
riferimento: I Campi Flegrei nell'archeologia e nella storia, Accademia Nazionale dei Lincei; Roma 1977 fig.234
Baia
Il sito, che secondo la leggenda trasse nome da Baios, uno dei compagni di Ulisse, che vi fu sepolto e vi ricevette onori, fu universalmente celebre nell'antichità e fino a tutto il Medioevo per le numerose sorgenti termali che scaturivano sia dalle colline circostanti l'arco del golfo, compreso fra la Punta Epitaffio e l'odierna altura del Castello, sia dal litorale, e che a partire dal II secolo a.C. furono sfruttate a scopo terapeutico attraverso appositi sudoratorìi scavati nel tufo della collina. [...]
rif. Napoli e dintorni; Anna Maria Bisi Ingrassia - Newton Compton editori; Roma, 1981
Strutture romane sommerse antistanti la Punta dell'Epitaffio a Baia
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